Nella calma di un pomeriggio senza suoni da ascoltare, mi sono persa cercando il tuo nome dove credevo di averlo lasciato.

Ho aperto cassetti, spalancato porte, spostato ricordi e rovesciato emozioni.

Nulla. Che io abbia scordato quel luogo segreto che avevamo destinato al nostro ritorno?

Vorrei chiamarti per domandarti quali siano le coordinate corrette. Posso farlo? O la mia voce rischierebbe di creare disordine nel tuo nuovo universo cui io non appartengo? O sarebbe forse il mio cuore a subire lo scompiglio maggiore? “Lui”, ora così innocuo, che da mesi vive imbrigliato alla recinzione che la ragione ha costruito attorno ai suoi confini.

Seguo la scia del tuo profumo, che non smette di investire i miei pensieri, ad ogni risveglio, dentro ogni schizzo di tramonto, nella trama fitta della notte che non mente, ma nemmeno lui riesce a guidarmi nella giusta direzione.

Non mi rimane che smettere di sperare, quando avrei ancora forza per cercare, occhi nuovi per guardare e un atavico sentimento che, senza far rumore, ha alimentato nel tempo l’intensità di ciò che credevo spento.

Tatiana Foschini

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